Marginalia

scritto da |12 settembre 2019|

di Jonathan Gibbs, “Gorse”, n. 7, Literature is the question minus the answer, traduzione di Valentina Muccichini

 

Uno degli aspetti più sorprendenti del saggio di Ben Lerner, Odiare la poesia[1], pubblicato nel Regno Unito da Fitzcarraldo, è l’uso delle note a margine. Nei larghi margini esterni del libro sono state stampate, solitamente una per pagina, delle brevi frasi in corsivo:

 
Neanche a me
Preghiera incessante
Fioriscono le difese
Cosa devo cantare?
Perdita dell’armoniosa bellezza
 

per citare i primi cinque esempi. Sono belle da vedere, e a mano a mano che ci si immerge nel libro si immagina che il loro significato, o il loro scopo, diverrà più evidente.

 

L’altro aspetto che mi ha colpito durante la lettura è stata l’analogia tra questo espediente e quello utilizzato da Maggie Nelson in Gli argonauti[2], che per puro caso ho letto di recente per la prima volta. Qui, tuttavia, i margini larghi vengono utilizzati per l’attribuzione delle citazioni: un’aggiunta più informale al blocco del testo, seppur poco comune in termini di posizionamento. Si tratta in ogni caso di un’interessante alternativa al tradizionale stile accademico. […]