di Claire Richard, “Rue89”, traduzione di Eva Francescutto.

 

Contrariamente a quanto annunciavano le previsioni, Amazon non ha cancellato le librerie indipendenti, che in Francia e negli Stati Uniti stanno vivendo una netta ripresa. Tuttavia, ci sono altri nemici.In Francia, da un anno, le vendite delle librerie indipendenti sono in recupero. È quanto segnala un’inchiesta pubblicata lunedì 12 ottobre su “Le Monde”, intitolata Come i libri resistono ad Amazon.

A fine giugno, il fatturato delle librerie indipendenti è aumentato dal 5% al 9% rispetto a quello registrato nello stesso periodo dell’anno precedente.

Con delle politiche aggressive di pricing e l’istituzione di quattro magazzini, Amazon è comunque ben installato in Francia: oggi il suo fatturato è vicino a quello di Fnac. Secondo “Le Monde”, due terzi delle vendite online dei libri cartacei e la metà degli acquisti di ebook sarebbero fatti sulla piattaforma.

Tuttavia, le librerie indipendenti non hanno subito la catastrofe che qualcuno preannunciava.

 

 

Alcune efficaci misure di protezione

Questo relativo benessere si spiega in gran parte con alcune misure pubbliche a sostegno del libro:

  • Il Prezzo unico dal 1981;
  • L’IVA ridotta;
  • La volontà politica dello stato di proteggere gli autori francesi attraverso il varo, nel 2014, di una legge detta “anti-Amazon” che vieta agli store online di cumulare l’offerta delle spese di spedizione gratuite allo sconto del 5% sul prezzo del libro.

Ma anche le librerie indipendenti si sono adeguate in modo da rispondere all’arrivo di Amazon e all’evoluzione del comportamento dei consumatori.

Le librerie – spiega “Le Monde” – hanno posto nuovamente al centro le attività di coinvolgimento che ruotano intorno al libro, le letture pubbliche, i consigli rivolti ai lettori (la vera specificità del libraio, secondo molti, in contrasto con l’algoritmo dei suggerimenti personalizzati).

Sono invece in pochi a investire nella vendita degli ebook. I libri in formato digitale, infatti, sono tutt’altro che diffusi in Francia, rappresentano circa il 3% delle vendite totali, mentre le vendite del Kindle restano stagnanti sui 350.000 esemplari venduti per anno secondo Télérama, che sintetizza così:

“L’ebook non ha fatto un ingresso trionfale in Francia, ma non sta nemmeno subendo un tracollo”.

 

Inventare alternative

Editori e distributori stanno anche adattando la loro rete di distribuzione e la logistica per rendere Amazon meno attraente.

I gruppi editoriali stanno cercando di organizzare una distribuzione più veloce. Qualcuno vede il futuro delle librerie perfino nel print on demand, con la presenza di una stampante con la quale i clienti possano stampare al momento, nella loro libreria, i libri che desiderano.

edizioni_francia (1)Al Salone del libro di Parigi del 2015, le edizioni PUF e La Martinière esibivano al loro stand una stampante on demand.

Infine, librerie e editori stanno lanciando delle piattaforme per fare concorrenza ad Amazon: parislibrairies.fr (librerie parigine e dell’Île-de-France), librest.com (librerie a est di Parigi), placedeslibraires.fr (per il ritiro in libreria), lalibrairie.com (per ritiro nei punti vendita) o leslibraires.fr (per l’invio postale).

 

Gli Stati Uniti come la Francia

Questa tendenziale ripresa delle librerie indipendenti è già stata osservata negli Stati Uniti, nonostante essi siano stati considerati a lungo un’area disastrata per questo tipo di librerie.

edizioni_americaAll’inizio del 2015, l’American Bookseller Association ha affermato che il numero di librerie indipendenti è aumentano del 27% rispetto al 2009, con 440 nuove librerie indipendenti presenti nel paese.

Secondo un portavoce dell’associazione, la ripresa è attribuibile a diversi fattori:

  • La flessione delle grandi catene: Borders è fallito nel 2011, Barnes & Noble ha chiuso centinaia di negozi;
  • Il fiorire di un movimento per il “consumo locale” a sostegno dei piccoli commercianti;
  • L’accesso da parte delle librerie a tecnologie sofisticate che permettono di competere con i concorrenti più grossi;
  • Una nuova generazione di commercianti-imprenditori “non spaventati dalle novità”.

 

La libreria rimane un luogo sociale

Nonostante i fattori della ripresa nei due paesi siano diversi, i librai esprimono in ogni caso un sentimento comune.

In Francia come negli Stati Uniti, molti ritengono che l’espansione del commercio online e dei social network abbia riaffermato l’importanza della libreria come luogo sociale: il luogo nel quale si viene per cercare un libro, per scoprire ciò che non sapevamo di volere, per trovare materiale per riflettere e arricchirsi.

Su Télérama, per esempio, una libraia racconta che dopo gli attentati di gennaio ha avuto “un afflusso fuori dal comune perché c’era un forte bisogno di interrogarsi e di capire”.

Se questo è vero, vuol dire che l’era delle piattaforme e dei suggerimenti algoritmici genera anche il suo stesso contrario: il desiderio di luoghi fisici e di incontri.

 

Eppure le librerie non sono salve

Ad ogni modo, prima di cantare vittoria bisogna leggere la ripresa delle vendite in un contesto più generale. “Le hune_libroMonde”, infatti, sottolinea che la tenuta delle librerie regge nonostante il continuo calo dei lettori che va avanti ormai da decenni:

“A partire dagli anni ottanta, ogni nuova generazione conta meno lettori forti della precedente, e una parte di deboli e medi lettori si allontana dalla lettura già a cominciare dall’adolescenza”.

Più in generale, la crisi delle librerie non è dovuta soltanto alla concorrenza di Amazon né tanto meno di Internet, come spiegava nel 2011 un post molto esaustivo di Hubert Guillaud.

Bisogna anche (soprattutto?) prendere in considerazione:

  • Il ruolo crescente della GDO nella vendita dei libri (i gialli ormai si comprano all’Auchan o al Carrefour durante la spesa settimanale);
  • L’esorbitante aumento della produzione di libri: +175% tra il 1979 e il 2007, per una media di circa 70.000 titoli all’anno, nonostante la diminuzione dei lettori;
  • Le sempre più difficili condizioni di mercato per le librerie;
  • L’aumento degli affitti nelle zone commerciali (di cui hanno sofferto alcune librerie simbolo come La Hune a Parigi o Penn Books a New York);
  • L’aumento dei costi di trasporto, e quindi di consegna dei libri.

Se le conclusioni dell’inchiesta di “Le Monde” rappresentino una buona notizia per le librerie indipendenti, rimane tuttavia ora da rispondere a queste questioni ancora più preoccupanti.

 

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