Marginalia

di Jonathan Gibbs, “Gorse”, n. 7, Literature is the question minus the answer, traduzione di Valentina Muccichini

 

Uno degli aspetti più sorprendenti del saggio di Ben Lerner, Odiare la poesia[1], pubblicato nel Regno Unito da Fitzcarraldo, è l’uso delle note a margine. Nei larghi margini esterni del libro sono state stampate, solitamente una per pagina, delle brevi frasi in corsivo:

 
Neanche a me
Preghiera incessante
Fioriscono le difese
Cosa devo cantare?
Perdita dell’armoniosa bellezza
 

per citare i primi cinque esempi. Sono belle da vedere, e a mano a mano che ci si immerge nel libro si immagina che il loro significato, o il loro scopo, diverrà più evidente.

 

L’altro aspetto che mi ha colpito durante la lettura è stata l’analogia tra questo espediente e quello utilizzato da Maggie Nelson in Gli argonauti[2], che per puro caso ho letto di recente per la prima volta. Qui, tuttavia, i margini larghi vengono utilizzati per l’attribuzione delle citazioni: un’aggiunta più informale al blocco del testo, seppur poco comune in termini di posizionamento. Si tratta in ogni caso di un’interessante alternativa al tradizionale stile accademico. […]

LitLinks, liste di inizio estate e altre cose dal mondo

LitLinks | Una selezione di contenuti letterari dal mondo.

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The Strip

The Strip di Kannan Mahadevan, “Racquet magazine”, Issue n. 6, traduzione di Alessandra Castellazzi.

Illustrazioni di Amanda Berglund.

 

C’era un uomo che tutti chiamavano Tangenziale Bob. Non si capiva quanti anni avesse, né quale fosse il suo umore. Non si capiva se era bianco o nero, perché la sua faccia era rossa e così sporca che avrebbe potuto anche non averla. Viveva sotto il cavalcavia della statale 450, proprio dove la tangenziale riversa il suo traffico, e quando mia madre passava di lì tentava sempre di ricordare una parola che aveva imparato da gente come lui molti anni prima. […]

Como é traduzir Samuel Beckett

di Ana Helena Souza, tratto da “A arte da tradução”, edizione speciale di “O Suplemento” curata dalla Secretaria de Estado de Cultura dello Stato di Minas Gerais, traduzione di Cecilia Raneri.

 

 

La mia carriera di traduttrice di Samuel Beckett è cominciata quando ho studiato e tradotto il romanzo How it is[1] durante il mio dottorato. Scrissi molto sulla prosa del suo autore, concentrandomi specialmente su quel romanzo che nel frattempo stavo traducendo in portoghese. La tesi, terminata nel 2000 e discussa nel 2001, finì per confluire in due libri. La traduzione, Como é[2], fu pubblicata dalla casa editrice Iluminuras nel 2003. Il saggio divenne il libro A tradução como um outro original[3], pubblicato nel 2006. […]

L’assenza è ciò che dà ordine a un’opera, intervista a Péter Nádas

di Nóra Winkler, WMN, traduzione e nota introduttiva di Andrea Rényi

 

Péter Nádas (o meglio Nádas Péter, come bisognerebbe scrivere secondo la regola che vale non solo per la lingua ungherese – ma anche per quella giapponese, per esempio – che vuole l’anteposizione del cognome al nome) nasce il 14 ottobre 1942 a Budapest, primogenito di una coppia di ebrei appartenenti alla piccola borghesia ungherese che lo fa battezzare con rito protestante. I genitori muoiono prematuramente e lui e il fratello minore di sei anni vengono affidati alle cure di parenti. Nádas interrompe gli studi superiori, che porterà a termine solo da adulto, impara l’arte della fotografia e trova impiego come fotografo presso una rivista. Nel 1962 inizia la sua relazione con la giornalista Magda Salamon, che sposerà nel 1990. Il suo primo volume, La Bibbia e altri racconti[1], una raccolta di racconti, esce nel 1967, ma il vero riconoscimento arriverà con il romanzo, terminato nel 1972 e pubblicato solo cinque anni dopo, Fine di un romanzo familiare[2]. Fra il 1974 e il 1979, lavora come redattore e revisore al periodico pedagogico “Gyermekünk” (Nostro figlio). Dal 1979, svolge la professione di giornalista e fotografo, e si dedica alla stesura del suo primo grande romanzo, Libro di memorie[3], composto prevalentemente nei suoi ritiri in campagna, prima a Kisoroszi e poi nel piccolo villaggio, abitato da poche decine di anime, di Gombosszeg. Portato a termine Libro di memorie nel 1985, comincia la stesura del suo secondo monumentale romanzo, Párhuzamos történetek (“Storie parallele”). Trova però il tempo per occuparsi anche di opere più brevi e i suoi lavori vengono regolarmente tradotti in diverse lingue. La critica ungherese e quella internazionale, sempre più attente e interessate al suo lavoro, gli assegnano premi man mano più prestigiosi. Nel 1993 viene colpito da infarto, ma riesce a rimettersi e riprende la sua attività di scrittore. Nel 1995 viene insignito del Premio di Lipsia. In Francia nel 1998 Libro di memorie è il miglior libro straniero dell’anno. Nel 1999 Rowohlt, storica casa editrice tedesca, pubblica tutte le sue opere in edizione tascabile. Contemporaneamente si afferma anche come fotografo, con diverse mostre in Europa. Nel 2005 esce, dopo diciotto anni di lavoro, Storie parallele, in tre volumi. Ormai Péter Nádas è uno scrittore universalmente acclamato dalla critica e molto amato dal pubblico. Da anni il suo nome compare regolarmente fra i potenziali candidati al Nobel per la letteratura. Nel 2017 ha pubblicato in due volumi la sua ultima fatica, un meraviglioso romanzo autobiografico di 1212 pagine intitolato Világló részletek (“Dettagli illuminanti”). In Italia, Péter Nádas ha avuto una storia editoriale avventurosa, in gran parte ancora da scrivere e in attesa di un meritato e, si auspica il meno tardivo possibile, rilancio. 

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Grafias | A Reading List Against All Borders

Una selezione di libri contro l’odio scelti e raccontati da scrittori, intellettuali, editori, traduttori e operatori culturali di tutto il mondo

 

Siamo i custodi di un’isola verdissima e feconda, per sua natura infinita e senza confini. Siamo i custodi dell’isola delle parole, del sapere, della conoscenza, delle lingue, delle scritture e delle tradizioni. Poter leggere nella nostra lingua madre un testo scritto in una lingua che non conosciamo è un atto magico, che non conosce limiti. Ogni giorno editori, traduttori, librai, grafici, giornalisti, operatori culturali lavorano per rendere possibili atti senza confini, per diffondere parole che vengono da ovunque nel mondo, per accorciare le distanze, avvicinarci e permetterci di imparare gli uni dagli altri. Per questo abbiamo pensato di chiedere alle persone che Grafias ha incontrato durante il suo percorso di ricerca di consigliarci e raccontarci un libro, una lettura oggi più che mai necessaria per contrastare la montante nebbia dello spirito, permeata di paura e diffidenza, odio e rifiuto che vediamo ogni giorno avanzare. Un libro che venga da ovunque nel mondo, da indirizzare idealmente a coloro che alzano muri e recinzioni, che hanno paura dei colori e delle loro stesse parole pronunciate in lingue che non conoscono, che scacciano e respingono, che separano e non danno accoglienza, che si voltano e non comprendono. Una lettura che ci ricordi ancora una volta che quelle linee tracciate sulle carte geografiche servono a indicarci i limiti della nostra conoscenza e i territori che dobbiamo ancora esplorare e non ciò da cui ci dovremmo guardare e difendere. Un’opera che possa aiutarci a ricordare che il mondo è uno e indivisibile, in un momento storico in cui uomini di potere, politici, esseri miopi e scellerati vogliono creare nuove barriere invece che abbattere quelle già esistenti, rendere invalicabili confini e frontiere, negare la parola, il riconoscimento e dunque la vita altrui invece di lavorare per una nuova società universale, fonte di sviluppo e benessere per chiunque voglia farne parte. […]

Della speculative fiction latinoamericana

In collaborazione con Gli Eccentrici,
di Alberto Chimal, “Latin American Literature Today”, traduzione di Maria Cristina Cavassa

 

1

Speculative fiction è un termine vago. Attribuito allo scrittore statunitense Robert A. Heinlein – così come pure a parecchi altri prima e dopo di lui –, è stato inizialmente usato nel periodo compreso tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 del secolo scorso. A quei tempi, se ne proponeva l’utilizzo per parlare di un sottogenere già esistente nella letteratura, nel cinema e nella cultura popolare degli Stati Uniti: si pensava che potesse essere un nome più appropriato per ciò che allora veniva chiamato science fiction.

Perché si credeva necessario ribattezzare una forma narrativa che già all’epoca esisteva da decenni e che ora sta per compiere un secolo?

Il concetto di science fiction fu inventato nel 1926 dall’editore Hugo Gernsback, a cui è intitolato il celebre premio Hugo, ed è ancora oggi il termine più diffuso quando si tratta di classificare un cospicuo numero di filoni della narrativa popolare. […]

La microeditoria brasiliana nel segno di Aldo Manuzio

di Cecilia Raneri

 

L’ultimo focus sull’editoria indipendente brasiliana (qui trovate il precedente) è dedicato ai progetti di Vanderley Mendonça, editore di Selo Demônio Negro, e di Fabiano Curi, direttore editoriale di Carambaia. Due micro case editrici che custodiscono intatto il culto del “fare editoria”, prestando massima attenzione al catalogo e all’oggetto libro visto come vera e propria “opera tipografica”. Tirature limitatissime, copie numerate, libri costruiti come pezzi d’arte che finiscono esposti nei grandi musei, premi Nobel in catalogo accompagnati dal meglio della produzione narrativa e poetica contemporanea, ma anche dai grandi classici. Un modello antimajor che accompagna l’intero progetto editoriale, dalla scelta degli autori all’ultima copia venduta, e che negli ultimi tempi ha permesso ai piccoli editori brasiliani di assistere al crollo dei grandi colossi editoriali. […]

Il pluralismo religioso della letteratura contemporanea coreana

 

di Bang Min-Ho, “Korean Literature Now”, traduzione di Daniela De Lorenzo

 

La Corea del Sud potrebbe sembrare un paese molto strano agli occhi di chi è abituato a vedere l’Occidente come la patria del cattolicesimo e del cristianesimo, il mondo arabo come la sfera islamica e l’Estremo Oriente come l’area buddhista. In Corea del Sud ci sono chiese cattoliche in ogni diocesi mentre quelle protestanti pullulano in tutte le città e le montagne sono costellate di templi buddhisti. Nella capitale Seul infine c’è anche una moschea centrale.

Se consideriamo quanto piccola sia la comunità cristiana in Cina e come la popolazione del Giappone sia composta perlopiù da buddhisti o shintoisti, il pluralismo religioso della Corea del Sud può apparire davvero singolare. I coreani sono molto aperti a nuovi credi religiosi e accolgono con piacere i vari sistemi di credenze diffusi nel resto del mondo. In questo lungo processo di adattamento religioso si è delineata una particolarissima tendenza sociale per la quale fedeli di diverse religioni convivono fianco a fianco senza problemi e senza contrasti. Ma un pluralismo religioso di questo tipo non si raggiunge certo dall’oggi al domani. […]

Grafias al Salone Internazionale del Libro di Torino 2018

Tutti i luoghi, gli orari e gli appuntamenti in cui potrete trovarci al Salone Internazionale del Libro di Torino 2018 (da giovedì 10 a lunedì 14 maggio al Lingotto Fiere, via Nizza 280, 10126 – Torino).

 

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Autofiction e diaspora asiatica: un’intervista ad Anelise Chen

 

di Cecilia Raneri e Serena Talento

 

 

Una delle questioni che periodicamente tornano ad alimentare il dibattito letterario internazionale riguarda le diverse forme nelle quali continua a declinarsi e a rinnovarsi il genere dell’autofiction. Nuove forme di scrittura ibrida si affacciano sul panorama letterario, caratterizzate da articolazioni interne di volta in volta inesplorate, ma sempre indirizzate a far esplodere il rapporto tra “fact” e “fiction” per giungere alla ridefinizione di un genere che sembra ogni volta nuovo pur continuando a conservare una profonda coerenza con il proprio statuto.

In So Many Olympic Exertions (Kaya Press, Los Angeles 2017), libro d’esordio di Anelise Chen, l’autofiction raggiunge anche la forma dell’esortazione. Un’esortazione rivolta anzitutto a sé stessa, ma anche al resto del mondo.

Anelise Chen è una scrittrice statunitense nata a Taiwan e cresciuta a Temple City, in California. Attualmente vive a Manhattan. È autrice di numerosi articoli e saggi pubblicati su riviste come “The New York Times”, “BOMB Magazine”, “The New Republic”, “VICE”, “The Rumpus”. Insegna scrittura creativa alla Columbia University e ha una rubrica dedicata alla vita dei molluschi sulla “Paris Review”.

Grafias ha intervistato Anelise Chen non solo per condividere con i propri lettori la voce e le suggestioni che accompagnano il lavoro della scrittrice taiwanese, ma per affrontare insieme a lei, anche nella sua veste di giornalista culturale, alcuni dei temi più scottanti del dibattito contemporaneo: qual è il significato di parole come identità e immigrazione, cosa vuol dire creare oggi una comunità di scrittori che vive in un paese straniero e che, nel caso della Chen, è formata dagli scrittori asiatici che vivono negli Stati Uniti, e che vogliono creare una rete impegnata a definire la cultura asioamericana di domani.

Tutto ciò comporta riconsiderare come letteratura e lavoro editoriale si intreccino continuamente con le questioni di maggiore rilevanza storica, sociale e politica, e non solo culturale.

Ringraziamo la “Los Angeles Review of Books” che ha scelto di ospitare, in contemporanea alla pubblicazione in Italia su Grafias, la versione in inglese dell’intervista ad Anelise Chen. Un’ulteriore esperienza rivolta a creare ponti e connessioni, per permettere agli operatori culturali di paesi diversi di potersi confrontare su un comune terreno di dialogo, in un momento storico nel quale da diverse parti del mondo sembra sentirsene particolarmente il bisogno. […]

Banca Tatuí, l’edicola virtuale degli editori indipendenti brasiliani

 

João Varella dirige, insieme a Cecilia Arbolave e a Thiago Blumenthal, la casa editrice indipendente Lote 42, nata nel 2012 nel bairro Santa Cecília, a San Paolo del Brasile. Nel 2014 Lote 42 ha acquistato, sempre nel bairro, il chiosco di una vecchia edicola e insieme a un gruppo di amici architetti, falegnami e grafici gli ha donato un nuovo aspetto e una nuova vita, inaugurando Banca Tatuí (“banca” in portoghese vuol dire appunto edicola): un punto vendita di quartiere, non solo dei libri della Lote 42, ma anche di quelli di tanti altri piccoli editori provenienti da diverse regioni del Brasile. Banca Tatuí, oltre a essere ormai un luogo di ritrovo del bairro Santa Cecília, è diventato anche uno store online che promuove numerose pubblicazioni del mercato editoriale indipendente brasiliano. […]

“No More Class”, contro un’editoria priva di eleganza

Intervista a Géza Morcsányi, per vent’anni editore di riferimento della migliore produzione letteraria ungherese.

di Péter Hamvay, “Magyar Narancs”, traduzione di Andrea Rényi.

 

Géza Morcsányi, nato nel 1952, si laurea in economia e commercio e coltiva la passione per la drammaturgia. Per qualche anno lavora come redattore editoriale e collabora con alcuni periodici, dopodiché, su proposta dello scrittore Péter Esterházy, gli viene affidata la direzione editoriale della casa editrice Magvető, che sotto la sua guida viene insignita per cinque volte del premio Casa editrice dell’anno, istituito dall’Associazione degli editori e dei distributori ungheresi. […]

Are You an Echo? La poesia ritrovata di Kaneko Misuzu

Un libro illustrato celebra la vita e l’opera della poetessa giapponese scomparsa all’età di ventisei anni.

di Louise George Kittaka, “The Japan Times”, traduzione di Laura Strappa.
La traduzione dal giapponese dei versi di Kaneko Misuzu è di Francesca Rita Di Berardino.

 

Nella sua breve vita, la poetessa giapponese Kaneko Misuzu (1903-1930) ha prodotto un’opera su temi oggi non meno rilevanti di quando cominciò a comporre, quasi cento anni fa. In apparenza autrice di poesie per bambini, nel suo lavoro la Kaneko rivela un profondo rispetto per l’ambiente e una straordinaria consapevolezza della connessione che unisce tutti gli esseri viventi. […]

Le Tripode, casa editrice indipendente francese di arti, lettere e UFO

Grafias incontra Frédéric Martin, fondatore e direttore editoriale di Le Tripode. A differenza di un tavolo o di una sedia a quattro gambe, un tripode non potrà mai traballare e questo non per qualche magia ma perché “tre punti non allineati formeranno sempre un piano”, come sostengono la geometria euclidea e Frédéric Martin, della maison d’édition Le Tripode. Nata nell’autunno del 2012, al numero 16 di rue Charlemagne a Parigi, a pochi passi dalla rive droite della Senna, Le Tripode è una casa editrice al servizio della libertà creativa dei suoi autori, che privilegia le sensibilità più disparate e promuove “l’avanzata dissidente dell’immaginazione”. I tre piedi su cui poggia sono infatti le arti, la letteratura e les ovnis: gli UFO, oggetti letterari non identificati. Non a caso, i dischi volanti creati da H.G. Wells per la sua Guerra dei mondi si chiamavano appunto: tripodi. […]

Fantascienza africana e letteratura

di Chinelo Onwualu, “Omenana”, traduzione di Marella Fasano.

 

Ho trascorso le ultime settimane ad arrovellarmi su un’insolita domanda: la fantascienza africana ha influenzato la tecnologia e la progettazione industriale africane? La risposta è: beh, sì e no.

Scienza e fantascienza sono sempre state legate, e ciò vale anche per l’Africa. Il problema è che l’innovazione scientifica e la fantascienza africane non sono ancora sufficientemente presenti nel cinema e nella letteratura per poter dire quanto di preciso si influenzino a vicenda. E per diverse ragioni comuni.

Per cominciare, manca una terminologia per definire chiaramente tanto la fantascienza quanto l’innovazione scientifica africane.

La narrativa speculativa gode di una lunga tradizione in questo continente. Tuttavia, nessuno è stato ancora in grado di dare un nome preciso a questo tipo di storie.

C’è senza dubbio una bella differenza tra la narrativa speculativa scritta da chi ha investito nell’Africa e nel suo futuro e quella semplicemente ambientata in Africa – nella quale il continente fa da scenografia esotica o da mero sfondo. […]

El mundo sensual

“El mundo sensual”, il saggio introduttivo di Valerie Miles a “Tierra”, il secondo numero della serie di “Granta en español” dedicata ai quattro elementi (Agua, Tierra, Aire y Fuego).

di Valerie Miles, “Granta en español”, traduzione di Cecilia Raneri e Serena Talento.

 

L’impronta di una mano, probabilmente femminile, fu per più di trentamila anni la muta testimone della quiete di una caverna preistorica. Fino all’inafferrabile istante in cui questa mano, immobile nell’aria come una freccia rupestre, colpì il bersaglio: l’occhio di Jean-Marie Chauvet, il 18 dicembre del 1994. E il tempo si ripiegò su sé stesso. “Sono stati qui”, sospirò quando la freccia della fortuna raggiunse le sue sopracciglia aggrottate. “Poche le fronti capaci, come quella di Shakespeare o Melantone, di salire così in alto e di scendere così in basso che gli occhi risultano laghi montani immoti, eterni, limpidi e al di sopra, tra le rughe della fronte, par d’essere sulle tracce dei palchi di pensieri che scendono ad abbeverarsi, come i cacciatori degli altopiani scozzesi dietro all’orme del cervo sulla neve”[1], scrive Melville. […]

The Indonesian Association of Graphic Designers: il nuovo volto della grafica editoriale indonesiana

Il mondo editoriale indonesiano sta riscoprendo l’importanza del lavoro grafico e del linguaggio visuale dopo averli per lungo tempo relegati su un piano molto marginale. Una vera e propria rinascita dell’immagine, nell’editoria e negli altri campi della comunicazione, della quale la Indonesian Association of Graphic Designers è una delle protagoniste e di cui alcune tappe fondamentali si sono consumate nel corso delle ultime edizioni della Fiera internazionale del libro di Francoforte.

Grafias ha incontrato Zinnia Nizar-Sompie, graphic designer e presidente della sede ADGI di Giacarta, città nella quale, insieme alla sorella, Ivy Aralia Nizar, è titolare dello Ampersand Studio, uno degli ancora pochi ma vivacissimi studi di grafica editoriale indonesiani.

di Cecilia Raneri e Serena Talento.

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Traduzione e migrazione sono la linfa vitale della cultura

di George Szirtes, “The Guardian”, traduzione di Chiara Veltri.
Traduzione dall’ungherese dei versi di István Vas a cura di Andrea Rényi.

 

 

La cultura non è una faccenda puramente nazionale. Sono poeta e traduttore, e per me sarebbe inconcepibile leggere Chaucer senza essere consapevole delle figure di Dante e Boccaccio sullo sfondo, o Shakespeare senza Plutarco. O ancora, T.S. Eliot (anche lui immigrato in Gran Bretagna) senza far riferimento a centinaia di testi provenienti da altri paesi e scritti in altre lingue.

Questa forma di internazionalismo è la linfa vitale dell’arte. Non ha radici, è cosmopolita ed è un’espressione del libero pensiero. […]

Preannunciare un destino avverso: cosa possono dirci i romanzi di László Krasznahorkai sulla crisi dei rifugiati?

 

László Krasznahorkai è conosciuto per i suoi romanzi impegnativi ed esistenzialisti e per la lunga collaborazione con Béla Tarr. Tuttavia, nonostante l’autore affermi il contrario, i suoi libri hanno preannunciato molto di quanto avvenuto in Ungheria negli ultimi anni.

di John McIntyre, “The Calvert Journal”, traduzione di Carlotta Spiga. […]

Sulla letteratura africana, la lingua e la politica delle storie

di Ikhide Ikheloa, “Jalada”, traduzione di Daniela Esposito.

 

“Le urla di autori dalla prosa ingegnosa, alla maniera di James Joyce, Faulkner, Nabokov, Cormac McCarthy e Shirley Hazzard, stanno diventando sempre più rare, sacrificate sull’altare del minimalismo” Chigozie Obioma[1].

 

Molte lune fa (sì, lune!), in preda alla nostalgia e al desiderio dell’Africa che mi ero lasciato alle spalle per l’inferno di Babilonia, scrissi un pezzo di creative non-fiction pieno zeppo del genere di cose che ci si aspetta da uno scrittore africano. C’erano lune, corruzione e roba del genere. Lo inviai a un giornale occidentale e fu accettato per la pubblicazione. Questo è quello che scrisse uno degli editor in una mail in cui ero in copia:

“Ho un debole per questo tipo di scrittura entusiastica di persone, il più delle volte africane, asiatiche o caraibiche, il cui inglese è molto diverso dalla gran parte degli stili angloamericani”. […]

Les Trois Ourses, il progetto francese che sviluppa la sensibilità artistica dei bambini reinventando l’idea di libro

di Cristiana Lucentini e Cecilia Raneri.

 

 

Les Trois Ourses è un’associazione parigina con sede al numero 6 del Passage Rauch, nell’XI arrondissement. Il suo obiettivo è contribuire all’educazione artistica dei bambini servendosi di libri nati per essere delle vere e proprie opere d’arte. “Perché se l’infanzia è il momento privilegiato per lo sviluppo creativo della persona, stimolare precocemente l’immaginazione dei più piccoli, mantenendone viva la capacità di meravigliarsi, permetterà loro di intrattenere nel corso della vita un dialogo intimo e costruttivo con il mondo” dice la direttrice artistica dell’associazione, Aude Séguinier, che Grafias ha incontrato per farsi raccontare la storia di Les Trois Ourses e le innovative idee che ne muovono le iniziative. […]

Roberto Bolaño cancellato

Qualche mese fa è stata diffusa la notizia che i libri di Bolaño, autore feticcio di Anagrama, sarebbero passati, su richiesta della vedova Carolina López, dalle fila di Herralde a quelle di Alfaguara. Il marchio di proprietà della Penguin Random House ripubblicherà, insieme a vari inediti, l’opera omnia dell’autore di 2666. Con questo articolo, Ignacio Echevarría, designato dallo scrittore cileno consulente per le questioni letterarie, rompe un meditato silenzio. E lo fa per chiarire il proprio ruolo e quello di quanti ruotarono intorno alla figura di Bolaño nell’amministrazione postuma della sua opera; per dissipare dubbi e malintesi e, ancor di più, per raccontare cosa c’è dietro alla sconcertante decisione di Carolina López, la cui rottura con Herralde, come precedentemente con buona parte di quanti formavano la cerchia più vicina allo scrittore negli ultimi anni della sua vita, sarebbe dovuta all’essere stati testimoni della relazione di Bolaño con Carmen Pérez de Vega. Presenza dell’ultima parte della vita di Bolaño che sta subendo un vero e proprio processo di “cancellazione”.

 

di Ignacio Echevarría, “El Cultural”, traduzione di Giorgia Esposito. […]

La poesia femminile azera contemporanea

Storicamente, le donne azere hanno sempre rivestito un ruolo decisivo nella definizione dell’identità nazionale e culturale dell’Azerbaigian. Alison Mandaville, poetessa e docente dell’Università della California, e Shahla Naghiyeva, traduttrice e docente dell’Università di lingue dell’Azerbaigian, hanno raccolto l’opera di cinque giovani poetesse azere contemporanee e l’hanno resa disponibile in rete in traduzione inglese. Nel presentarci la genesi del loro lavoro, le due traduttrici tracciano uno spaccato della storia culturale dell’Azerbaigian e del ruolo che tenacemente le donne azere hanno dovuto e devono ancora oggi conquistarsi quotidianamente.

di Alison Mandaville e Shahla Naghiyeva, “World Literature Today”, traduzione di Chiara Messina.

[…]

La micronarrazione: un’introduzione al genere

di Ginés Salvador Cutillas, “Quimera” (n. 386, gennaio ’16), traduzione di Simona Palminteri.

 

Un po’ di storia

Alcuni fanno riferimento al genere con il termine microracconto, altri con quello di miniracconto, mininarrativa, racconto brevissimo o iperbreve, ma su tutti si impone micronarrazione – utilizzato per la prima volta nel 1977 dal messicano José Emilio Pacheco per riferirsi ai suoi Inventarios[1] –, che non è altro, a grandi linee, che l’arte di raccontare qualcosa nel modo più breve possibile. Non deve stupire che il testo più famoso della micronarrazione, El dinosaurio[2] di Augusto Monterroso, sia composto da soltanto sette parole. Come sentenziò Baltasar Gracián: “Ciò che è buono lo è il doppio quando è conciso e anche il male, se è breve, sembra meno doloroso”[3]. […]

La rinascita della letteratura ucraina

A lungo soffocata nella morsa della Russia, l’Ucraina sta finalmente vivendo la sua rinascita linguistica e letteraria.

 

di Steve Komarnyckyj, “Glasgow Review of Books”, traduzione di Gabriella Tonoli.
Consulenza linguistica e bibliografica per l’ucraino di Anita Vuco.

 

L’Ucraina incombe sulla cartina dell’Europa dell’est come un drago, il muso strofinato contro la Polonia e la coda mozza che s’inabissa ai bordi del Mar Nero. Eppure questo paese, il cui nero suolo attirò invasori sin dall’epoca in cui Gengis Khan piantò la sua tenda nella grande steppa, rimane invisibile. La letteratura ucraina è all’altezza di quella dei suoi vicini slavi, ma in Occidente è sconosciuta. […]

Edicola ediciones, l’editoria in Cile ai tempi della Furia del libro

 

Nata nel 2013, Edicola ediciones è una casa editrice indipendente italocilena. Con due sedi separate da un oceano e poco più di una decina di migliaia di chilometri, una a Santiago del Cile e una a Ortona, in Abruzzo, Edicola è parte attiva del clima di intenso fervore culturale e creativo che sta attraversando il Cile. Dopo una lunga fase di transizione cominciata nel 1990 con la caduta del trentennale regime dittatoriale presieduto dal generale Augusto Pinochet Ugarte, il Cile democratico di oggi è infatti una realtà viva e in fermento, le cui iniziative culturali trovano nuovo sostegno nelle istituzioni pubbliche e che ha visto negli ultimi anni la nascita di una delle più importanti fiere dell’editoria indipendente non solo sudamericana, il cui nome è già di per sé un esplicito manifesto di intenti: La furia del libro.

Grafias ha incontrato i fondatori di Edicola, Paolo Primavera e Alice Rifelli, con i quali ha parlato della loro impresa editoriale e di cosa significa oggi fare editoria in Cile.

di Cecilia Raneri e Serena Talento. […]

Positive Lebanon, cosa significa oggi essere editori in Libano

Grafias incontra Tania Hadjithomas Mehanna, fondatrice della casa editrice Tamyras. Un viaggio nell’editoria libanese francofona in compagnia di una piccola casa editrice indipendente che ha dato vita a un grande movimento civile e culturale.

di Cristiana Lucentini e Cecilia Raneri. […]

Riviste letterarie. “Words without Borders”, intervista a Susan Harris

Grafias incontra Susan Harris, direttrice di “Words without Borders”. La rivista letteraria internazionale premiata alla London Book Fair di quest’anno con il prestigioso Publishers Weekly Excellence Award.

di Cecilia Raneri e Serena Talento. […]

Geografia dell’immaginazione peruviana

di Valerie Miles, “Words without Borders”, traduzione di Marella Fasano.

 

La pubblicazione del saggio introduttivo Geography of the Peruvian Imagination vuole essere un invito di Grafias alla lettura del numero monografico che la rivista “Words without Borders” ha dedicato alla rinascita della letteratura peruviana. Ringraziamo per la preziosa collaborazione e per la consueta disponibilità la direttrice Susan Harris. […]

Adattare l’inadattabile, ovvero portare in scena il capolavoro di Bolaño 2666

Come tradurre oltre novecento pagine in cinque ore, secondo i registi di 2666.

di Monika Zaleska, “Literary Hub”, traduzione di Chiara Messina.

 

All’inizio dell’anno scorso ho letto che il Goodman Theatre di Chicago stava realizzando un adattamento scenico di 2666 grazie al contributo a sei cifre elargito da un ex membro della chiesa episcopale che aveva vinto il Powerball. Una storia che sembrerebbe strana perfino a Roberto Bolaño, eppure non è fiction. Il 6 febbraio di quest’anno il direttore artistico del Goodman, Robert Falls, e il drammaturgo in residence, Seth Bockley, hanno portato in scena per la prima volta la loro versione del capolavoro postumo di Bolaño. […]

Micronarrativa teatrale

di Eduardo Gotthelf, “Quimera” (n. 386, gennaio ’16), traduzione di Cecilia Raneri.

Illustrazioni di Julia Isidori.

 

La micronarrativa[1] è un organismo mutante. Può prendere la forma di un racconto, di un epitaffio, di un’inserzione, di un decreto, di una notizia e molte altre. Una di queste possibilità è la micronarrativa teatrale, un sottogenere poco esplorato, tanto dagli autori quanto dalla critica. […]

Bello dona un anno di diritti d’autore a Wikipedia

di Nicolas Gary, “ActuaLitté”, traduzione di Francesca Lenti.

 

  

Si tratta di un evento senza precedenti nella storia dell’enciclopedia online. Antoine Bello, scrittore franco-statunitense, ha appena accordato a Wikipedia la totalità delle sue royalty di un anno per ringraziare l’enciclopedia dei servizi ricevuti. Wikipedia sarebbe stata, per Bello, di primaria importanza per l’idea del Consorzio per la falsificazione della realtà – l’organizzazione segreta protagonista dei suoi due romanzi I falsificatori[1] e Gli illuminati[2]. Il terzo volume della trilogia è stato pubblicato in Francia nel marzo 2015 e, in un certo senso, Bello oggi ripaga il suo debito. […]

Attila ai confini del saggio

di Malva Flores, “Literal Magazine”, traduzione di Simona Palminteri.

 

Si narra che Attila, re degli Unni, “flagello di Dio”, non fosse un uomo così crudele come lui stesso desiderava essere dipinto. Amava la poesia, ma intimamente disprezzava – come Genserico, re dei Vandali – “il lusso della sconfitta”. Fu probabilmente in sella a Othar, alle porte di Costantinopoli, che pronunciò la frase che tutti ricordiamo: “Le stelle cadono, la terra trema, io sono il martello del mondo e dove passa il mio cavallo non cresce più l’erba”. Dopo un crudele assedio e il tradimento dell’imperatore Teodosio da parte di alcuni romani, Attila sottrasse a Costantinopoli un brutale tributo per i suoi eserciti. Teodosio era un pusillanime, Attila una macchina da guerra, e, come sempre in guerra, una macchina estremamente redditizia, che accelerò la fine dell’Impero romano. Tutti gli imperi giungono alla fine. Vengono sostituiti da altri, e mentre ciò accade le guerre intestine rappresentano la goccia che li va erodendo. […]

Eremiti e farfalle: la rinascita della letteratura naturalistica in Cina

L’editor e traduttore Dave Hayson descrive il ritorno in auge del genere naturalistico, dai poeti solitari del passato alle più oscure sfumature distopiche che tingono la scrittura contemporanea.

di Dave Haysom, “Chinadialogue”, traduzione di Cecilia Raneri.

 

La scrittura naturalistica in Cina ha radici profonde. Agli inizi del quinto secolo d.C., poeti come Tao Yuanming (陶渊 明) esaltavano i benefici di un’esistenza semplice e agreste, rinunciando alla rozza volgarità della vita di corte in favore dell’onesto lavoro nei campi, del buon vino e dell’interminabile contemplazione dei crisantemi – secondo l’immagine che per molti rappresenta l’archetipo del poeta cinese classico. Eppure si tratta di un’area della letteratura che è sempre stata molto esposta all’impollinazione da parte degli scrittori occidentali. Mentre stavamo preparando il numero di “Pathlight” dedicato alla natura, la figura che spuntava fuori a ogni passo, barbuto e vagamente maleodorante, era Henry David Thoreau. […]

LitLinks, liste di fine anno e altre cose dal mondo

di Serena Talento

Vi segnaliamo alcuni fra i LitLinks più interessanti degli ultimi giorni. Molte riviste letterarie straniere li chiamano FridayLinks. Troverete tante liste letterarie di fine anno, contenuti intriganti e diversi articoli informativi.

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Il potere della poesia: Black Poets Speak Out

di Wendy S. Walters, “Mosaic Literary Magazine”, traduzione di Maria Silvestri.

La partecipe lettura di versi, la rabbia come diritto, l’atto poetico come risorsa e forma di protesta, la creazione di una comunità di poeti unica: come nasce e cos’è il progetto Black Poets Speak Out.

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Le inebrianti essenze dell’editoria indipendente

di Ben Paynter, “Los Angeles Review of Books”, traduzione di Gabriella Tonoli.

 

Mi trovo, non senza un po’ di sorpresa, a scrivere di quanto sia affascinante e difficile l’arte della ricerca del profumo perfetto. Una volta, a Edimburgo, sono entrato nel negozio della famosa casa di profumi Penhaligon’s: un raffinato salotto vittoriano, al centro del quale si trovava un enorme tavolo tondo con flaconi di vari colori disposti in circolo, ciascuno con una propria etichetta. Sembrava una scena di Alice nel paese delle meraviglie. Un commesso molto cortese mi ha spiegato che le boccette erano state disposte secondo un preciso spettro: per gradazioni, ad esempio, dalle fragranze meno speziate alle più legnose, passando per i toni floreali, agrumati, silvestri e per altre categorie olfattive. Una disposizione così singolare non poneva alcuna enfasi sul tipo di profumo, né li divideva ad esempio in profumi per uomo o per donna; era solo una questione di gusti individuali. Il commesso conosceva le qualità e il contenuto di ogni singola boccetta, come se le avesse preparate lui stesso. Erano, nel complesso, profumi straordinariamente ricercati e interessanti da annusare. […]

Piccoli editori, grandi libri

di Lotte Kirkeby Hansen, “Danish Literary Magazine” (pubblicata da The Danish Arts Foundation), traduzione di Carolina D’isanto.

 

Il prossimo caso letterario della Danimarca potrebbe venire da case editrici con non più di uno o due impiegati. Continuano infatti a spuntarne sempre di più e attualmente pubblicano la più importante letteratura della Danimarca. […]

Comprendere il complesso panorama dell’editoria cinese

di Sophie Rochester, “The Literary Platform”, traduzione di Alessia Cantagalli.

 

I due nuovi rapporti Found in Translation: How Social Media Platforms Can Help UK Publishers Understand Their Market In China (Nesta) e The Publishing Landscape in China: New and Emerging Opportunities for British Writers (“The Literary Platform”) sono stati pubblicati in occasione dell’inaugurazione del BookExpo America 2015, che quest’anno vede la Cina ospite dʼonore del Global Market Forum. […]

In Francia e negli Stati Uniti le librerie indipendenti resistono ad Amazon

di Claire Richard, “Rue89”, traduzione di Eva Francescutto.

 

Contrariamente a quanto annunciavano le previsioni, Amazon non ha cancellato le librerie indipendenti, che in Francia e negli Stati Uniti stanno vivendo una netta ripresa. Tuttavia, ci sono altri nemici. […]

Sogni

Per i generosi amici qui ricordati.
 

di Malva Flores, “Literal Magazine”, traduzione di Simona Palminteri.

 

 

Tra i sogni, quelli mancati sono i più veri, o almeno così crediamo. Inseguire un sogno a volte diventa uno stile di vita. Cercare quelli mancati, distesi sul proprio divano. Con la tenacia propria di quelli della Vergine, ovvero accompagnata da una stoltezza astrale, ho inseguito sogni che quando sono diventati realtà hanno rivelato la loro natura effimera, la menzogna che avevo costruito attorno ad una possibilità che, nel concretizzarsi, si è rivelata piatta, scipita, molto più insignificante di quanto non avessi mai immaginato, e che spesso mi ha fatto ripetere in silenzio il detto popolare: “Non chiedere niente a Dio, potrebbe accontentarti”. […]

Il potere civilizzatore della lettura

Il seguente testo riproduce l’intervento tenuto da Miquel Rayó in occasione del Festival Iberoamericano de literatura infanti y juvenil (Casa de América, Madrid, 9 ottobre 2014).

di Miquel Rayó i Ferrer, “Revista Babar”, traduzione di Francesca Lenti. […]

Galleria: Frankfurter Buchmesse 2015

Percorsi letterari per immagini: librerie, case editrici, festival letterari, fiere.
La nostra galleria di foto dalla Frankfurter Buchmesse 2015.

 

 

 

 

Una biblioteca per ricostruire la civiltà: quali libri scegliere?

di Rémi Sussan, “Rue89”, traduzione di Kathrine Budani.

 

Forse già conoscete la Long Now Foundation (@longnow) e uno dei suoi più importanti progetti, l’orologio del lungo presente. Ricordiamo che questo progetto di Stewart Brand e Brian Eno consiste essenzialmente nel realizzare un orologio che suoni al trascorrere di ogni millennio, al fine di favorire la riflessione sul lungo termine. Il libro di Stewart Brand su questo tema è stato recentemente tradotto in francese[1]. Ma l’orologio in sé è soprattutto un dispositivo simbolico. E attorno a questo simbolo dovrà essere costruita una biblioteca che raccoglierà tutta la conoscenza umana. E al centro di questa biblioteca dovrà essere posto un libro molto particolare, il “manuale della civiltà”. […]

I sonetti integrati di Philip Nikolayev: la combinatoria del contesto

di Larissa Shmailo, “The Battersea Review”, traduzione di Valentina Zaffagnini.

 

Il sonetto in Petrarca o in Shakespeare, così per come è composto, costituisce un sistema-mondo, in diretto dialogo con il suo lettore. Gli studenti possono analizzarne il contesto, la storia o i riferimenti, ma devono riaffrontare ogni sonetto singolarmente, all’interno dei suoi quattordici versi. Così come lo reinventa Philip Nikolayev, il sonetto, oltre a un’identità e a un intento propri, porta in sé una risposta aggiuntiva o persino altra. […]

Cré na Cille: rivivono in inglese le baruffe tra cadaveri di Ó Cadhain

La sfida della traduzione in inglese del più importante romanzo di lingua irlandese punta a catturare l’energia linguistica di Máirtin Ó Cadhain.

di Alan Titley, “The Irish Times”, traduzione di Gabriella Tonoli.

 

Non è mai stata mia intenzione tradurre Cré na Cille di Máirtin Ó Cadhain. Né posso dire, d’altro canto, che mi sia stato imposto. Vero è che continuava a ronzarmi nelle orecchie da tempo, perché l’ho scoperto e ne sono rimasto folgorato al primo anno di università e perché poi ho continuato a insegnarlo tanto a matricole che a dottorandi come un classico della letteratura irlandese. […]

La ricerca non si ferma mai

Gli itinerari tracciati, le riviste che abbiamo esplorato, le voci che abbiamo conosciuto, i percorsi e gli approdi di Grafias. Un’infografica per vederli tutti insieme e immaginare nuove, insolite mete. Ci vediamo a settembre, con nuovi contenuti, nuove riviste, nuove storie. […]

Benvenuti nell’era del romanzo ready made

La narrativa d’avanguardia comincia ad assomigliare sempre di più all’arte concettuale.

di Shaj Mathew, “The New Republic”, traduzione di Alessia Cantagalli.

 

Postmodernismo è ormai un termine senza senso, svuotato a causa del troppo utilizzo e inadatto a descrivere un gruppo di autori di età e nazionalità diverse che vengono spesso raggruppati insieme in questa generica categoria: Ben Lerner, Sophie Calle, Teju Cole, Tom McCarthy, Alejandro Zambra, Siri Hustvedt, Michel Houellebecq, Sheila Heti, W.G. Sebald, Orhan Pamuk ed Enrique Vila-Matas, sessantasettenne scrittore barcellonese che, con oltre venti romanzi all’attivo, è forse il più prolifico ma anche il meno conosciuto del gruppo. […]

La letteratura è immagine, invenzione e metafora

di Raimundo Carrero, “Rascunho”, traduzione di Cecilia Raneri.

 

La letteratura brasiliana non conta una grande tradizione di romanzi – e più in generale di narrativa – metaforici che si occupino nello specifico di argomenti politici, preferendo a questi, quasi sempre, una produzione di carattere documentaristico, sociologico, antropologico e pamphlettistico, lasciando da parte i fini artistici, nonostante fra le proprie file possa vantare autori monumentali del calibro di Guimarães Rosa, Clarice Lispector, Osman Lins, fino a Machado de Assis nel XIX secolo. […]

Los multipatópodos

di Yosa Vidal, “Revista Intemperie”, traduzione di Cecilia Raneri.

Yosa Vidal ci offre un’anteprima del suo nuovo libro, Los multipatópodos, accompagnata da una catalogazione delle nuove specie che compariranno a seguito delle mutazioni genetiche (a dispetto di ogni previsione apocalittica). […]

I nuovi terrificanti

di Luis Manuel Ruiz, “Revista Mercurio” (Fundación Juan Manuel Lara), traduzione di Gianluca Cataldo.

 

Terrore e fantastico. L’affermazione dirompente che il genere del terrore ha registrato fra le più giovani generazioni di narratori spagnoli si deve senza dubbio al successo parallelo che è andato affermandosi negli ambiti del fantasy e della fantascienza.  […]

Quando è la copertina a fare il libro: incontro con tre editori indipendenti francesi graficamente impegnati

“Grafias” incontra gli ideatori di tre fra i progetti editoriali graficamente più interessanti del panorama francese: Olivier Gadet (Éditions Cent pages), Renaud Buénerd (Les éditions du Chemin de fer) e Laure Leroy (Zulma). E a chi ritiene che riconoscere centralità alla resa visiva dei libri corrisponda a porre in secondo luogo la qualità delle pubblicazioni, rispondono con tre netti modelli editoriali: pubblicare solo i libri che si desidera leggere, creare una domanda al momento non presente sul mercato, stampare esclusivamente opere che non legge nessuno. Uno spaccato sull’editoria indipendente francese (non solo) graficamente impegnata.

di Cecilia Raneri […]

Sul Bestiario di Aloys Zötl

di Elena Altuna, “Revista Cronopio”, traduzione di Valeria Merante.

 

Una delle forme in cui meglio si esprime la nozione di scrittura intesa come luogo d’incontro fra arti diverse è il “libro-oggetto”. Le avanguardie svilupparono questa idea nel primo decennio del XX secolo e Cortázar la riprese in Ultimo round[1], Il giro del giorno in ottanta mondi[2], Humanario[3], Silvalandia[4] e Territorios[5], tutte opere che aspirano a catturare la corrispondenza tra musica, pittura, fotografia e letteratura, in modo simile a quello degli objet trouvé di André Breton e Max Ernst. […]

Il romanzo è un rischio

Nato a Schaffhausen, in Svizzera, nel 1954, Ralph Dutli è saggista, poeta e traduttore, tra gli altri, di Marina Cvetaeva e dell’opera completa di Osip Emilevič Mandel’štam. Oltre a diversi saggi, a Mandel’štam ha dedicato la biografia Mio animale, mia età[1]. L’ultimo viaggio di Soutine[2], che gli è valso numerosi riconoscimenti in Germania e Svizzera, è il suo primo romanzo, nel quale racconta, con slancio poetico e attraverso la rigorosa lettura delle fonti, la vita travolgente del pittore ebreo-bielorusso Chaim Soutine. In Italia le opere di Ralph Dutli sono ancora del tutto inedite.

di Ralph Dutli, “Frankfurter Allgemeine Zeitung”[3], traduzione di Chiara Caradonna e Flavia Pantanella. […]

Il magico mondo della letteratura haitiana: un’introduzione

di Patti M. Marxsen, “Necessary Fiction”, traduzione di Cecilia Raneri.

 

La rubrica Translation Notes invita i traduttori letterari a descrivere il processo di traduzione in inglese di libri di recente pubblicazione o a offrire scorci sulle letterature mondiali dalle quali traducono. In questo numero, Patti M. Marxsen presenta un’introduzione alla letteratura haitiana. […]

Come a Calcutta una società di sei persone pubblica vincitori di premi letterari di tutto il mondo

La storia semplicemente sbalorditiva di Seagull Books, casa editrice di Calcutta fondata nel 1982 che pubblica libri d’arte, teatro e cinema.

di Naveen Kishore, testo raccolto da “Scroll.in”, traduzione di Innocenzo Falgarini. […]

La complessa arte della traduzione. Parte II: l’etica del traduttore

di Alejandra Crespo Martínez, “Revista de Letras”, traduzione di Francesca Lenti.

 

Tradurre non consiste soltanto nel riversare un contenuto da una lingua a un’altra, ma anche nel trasmettere l’effetto che questo contenuto dovrebbe produrre in chi lo riceve, e per di più in mondi e culture differenti; è qui che si nasconde il suo grande problema. […]

La complessa arte della traduzione. Parte I: estetica e significato

di Alejandra Crespo Martínez, “Revista de Letras”, tradotto da Serena Talento.

 

“Delle mie composizioni giudicherà ciascuno come crede; quanto alle traduzioni, chi voglia farsene giudice, provi prima che significa tradurre buone poesie da una lingua straniera nella propria senza aggiungere né togliere un solo concetto poetico, conservando, quanto più è possibile, le immagini dell’originale e la loro grazia, e fare che parlino in castigliano, non come straniere e avventizie, ma come nate e vissute tra noi”, Fray Luis de León[1].

“Le parole non solo significano, evocano”, Álex Grijelmo[2]. […]

La Librairie-Galerie Congo, un crocevia letterario-artistico tra Africa ed Europa

Galleria d’arte e libreria, ma anche centro di dibattiti, letture e incontri interculturali con due sedi gemelle, a Parigi e a Brazzaville. “Grafias” incontra la Librairie-Galerie Congo, fra le più importanti istituzioni europee per la diffusione della cultura africana, e getta uno sguardo sulla realtà culturale congolese grazie alla testimonianza della giornalista e operatrice culturale Grace Loubassou.

di Cecilia Raneri […]

Il declino della lingua nell’era dell’inglese

The Fall of Language in the Age of English di Minae Mizumura è un appello illuminante alla consapevolezza del ruolo delle lingue del mondo e del loro destino in un’epoca in cui l’inglese è diventato la lingua “universale” dominante.

di Minae Mizumura, “Publishers Weekly”, traduzione di Gabriella Tonoli. […]

Letteratura e contagio

La letteratura “ben fatta” di oggi disprezza i sentimenti radicali.

di José Castello, “Rascunho”, traduzione di Cecilia Raneri.

 

Mi inquieta una certa tendenza burocratica – la scrittura intesa come un “dovere da compiere”, un “compito per casa” – che vedo nella letteratura brasiliana contemporanea. Romanzi ben fatti, messi insieme con competenza, revisionati con tenacia – ma vuoti. […]

Industrie culturali in Africa: prospettive e miraggi

“Cultura e lavoro: quale industria culturale per l’Africa?”. Diversi operatori culturali, africani ed europei, si sono incontrati a Ségou per dibattere su questo tema durante un convegno svoltosi nell’ambito dell’XI edizione del Festival sur le Niger (4-8 febbraio 2015) nella città maliana.

di Eustache Agboton, “Bénincultures”, traduzione di Lavinia Emberti Gialloreti. […]

Salon du livre de Paris ’15, “Pas d’auteurs pas de lecteurs”

Le molteplici facce dell’editoria francofona, le proteste degli scrittori francesi contro la riforma del diritto d’autore e infine il ruolo dei traduttori secondo Laurence Kiefé, presidente dell’Association des Traducteurs Littéraires de France, dal Salone del libro di Parigi.

di Cecilia Raneri […]

Galleria: Salon du livre de Paris

Percorsi letterari per immagini: librerie, case editrici, festival letterari. La nostra galleria di foto dal Salon du livre de Paris.

Scrittura e complessità ai confini dell’umanità

di Janet Galbraith, “Mascara Literary Review” (issue 16), traduzione di Angela Vocciante.

Janet Galbraith è una poetessa e vive nel territorio del popolo Jaara [nella piccola cittadina di Castlemaine, nello stato di Victoria, nella parte sud-orientale dell’Australia, territorio della tribù aborigena degli Jaara, ndr]. I suoi lavori sono apparsi in Australia su riviste accademiche di letteratura e medicina. […]

Improvvisazioni talmudiche: incontro con il poeta David Antin

Riff da San Diego su estremismo, identità laica yiddish, Stalin, galateo transgender e talk poem.

di Jake Marmer, “Tablet Magazine”, traduzione di Valentina Zaffagnini. […]

Il romanzo autobiografico giapponese

di Maribel Martínez Sans, “Revista ¡¡Ábrete Libro!!”, traduzione di Simona Lodato.

Il romanzo autobiografico giapponese/novela del yo/(私小説 watashi-shōsetsu)/watakushi-shōsetsu/shi-shōsetsu […]

Eloísa, la prima casa editrice cartonera del Sudamerica

“Grafias” intervista Alejandro Miranda, membro della cooperativa editoriale Eloísa Cartonera.

di Francesca Lenti

“Siamo l’unica casa editrice accessibile a tutti, siamo usciti dall’ambiente letterario e culturale: i nostri libri li legge la gente del barrio, li […]

Mondi dentro mondi: una testimonianza

di Tiffany Tsao, “Asymptote Journal”, traduzione di Innocenzo Falgarini.

 

In occasione del quarto anniversario di “Asymptote”, rivista di letteratura mondiale,  abbiamo deciso di tradurre questo articolo della corrispondente editoriale Tiffany Tsao che parla di letteratura indonesiana e di come “Asymptote” si stia adeguando a un nuovo, variegato concetto di “letteratura mondiale”. […]

Dalla lettura angosciosa alla nevrosi della correzione

di Pierre Assouline, “La République des livres”, traduzione di Alvise Masto.
(Revisione e note di un correttore consapevolmente affetto da turbe psichiche*)

 

Bisognerà essere indulgenti con gli strafalcioni, gli errori, le trascuratezze, le ripetizioni e i refusi[1] di queste note. Sarà l’emozione, probabilmente; la compassione, di sicuro. Il fatto è che i correttori sono affetti da un male: la depressione del correttore. […]

Sfide, dilemmi e delizie del mestiere di traduttore

di Sophie Benech, “La République des livres”, traduzione di Kathrine Budani.

Comincerò da una cosa un po’ banale, ma va bene, pazienza, lo dico lo stesso: il mestiere del traduttore è un mestiere meraviglioso. Ogni traduzione è un viaggio in un universo nuovo, un’occasione per approfondire le proprie conoscenze o acquisirne di nuove, un incontro con una persona fuori dal comune – parlo dell’autore, naturalmente. Tutti quelli che ho avuto l’occasione di tradurre sono stati o sono scrittori di talento o grandi scrittori. E qui, oltre tutto ciò, c’è la poetessa di cui ho scritto la biografia e che amo particolarmente, Anna Achmatova.

[…]

Grafias – altri mondi letterari è

Grafias è un progetto di informazione editoriale internazionale che ricerca visioni e contributi nuovi sul mondo del libro e della letteratura.

Al di fuori dei confini geografici, Grafias – altri mondi letterari è interessato al dibattito che […]

Elogio (ed elegia) della punteggiatura

La scuola, gli SMS, la posta elettronica e anche i correttori di bozze stanno favorendo la lenta scomparsa di molti segni di interpunzione. Cosa perderemo quando più nessuno saprà come utilizzarli?

di Carles Álvarez Garriga, “El Malpensante”, traduzione di Francesca Lenti.

[…]

La libreria solidaria AIDA Books & More a Valencia

“Grafias” intervista Arianna Caruso della Libreria Solidaria di Valencia.

di Alvise Masto

A Valencia, alla fine del 2012, dall’iniziativa di un piccolo gruppo di volontari è nata la Libreria Solidaria AIDA Books & More, un innovativo progetto di mutuo recupero e ricommercializzazione di libri usati altrimenti destinati al macero. Non senza ostacoli e difficoltà, l’iniziativa è riuscita in breve tempo a ritagliarsi un’importante fetta di mercato.

[…]

Galleria: Buenos Aires, Argentina

Galleria di foto scattate dalla redazione di Grafias a Buenos Aires e in Argentina. Percorsi letterari per immagini: librerie, case editrici, festival letterari.

 

 

India: gestire la naturale propensione al caos genera profitti

di Arun Wolf, “Buchmesse Blog”, traduzione di Angela Vocciante.

Tecniche di gestione e modelli imprenditoriali innovativi rappresentano la chiave per avere successo nell’editoria indiana. Leader del settore e partecipanti al Globalocal – la prima conferenza che riunisce editori indiani e stranieri – insieme al Publishing Management Training Course (Ahmedabad) raccontano la loro esperienza, le sfide più dure e le strategie per affrontarle in modo positivo.

[…]

Dieci anni di libreria femminista: Violette and Co

A Parigi, l’istituzione che valorizza le donne e l’omosessualità.
di Cécile Mazin, “ActuaLitté”, traduzione di Marisa Di Donato.

Nel 2014 Violette and Co ha festeggiato i dieci anni di attività. Sorta nell’undicesimo arrondissement di Parigi, Violette and Co è l’unica libreria indipendente femminista di Francia. Uno spazio illuminato dedicato ai libri e alle immagini che intende valorizzare le donne e l’omosessualità in tutte le loro forme. […]