Sul Bestiario di Aloys Zötl
di Elena Altuna, “Revista Cronopio”, traduzione di Valeria Merante.
Una delle forme in cui meglio si esprime la nozione di scrittura intesa come luogo d’incontro fra arti diverse è il “libro-oggetto”. Le avanguardie svilupparono questa idea nel primo decennio del XX secolo e Cortázar la riprese in Ultimo round[1], Il giro del giorno in ottanta mondi[2], Humanario[3], Silvalandia[4] e Territorios[5], tutte opere che aspirano a catturare la corrispondenza tra musica, pittura, fotografia e letteratura, in modo simile a quello degli objet trouvé di André Breton e Max Ernst. […]