Grafias | A Reading List Against All Borders

scritto da |27 agosto 2018|

Una selezione di libri contro l’odio scelti e raccontati da scrittori, intellettuali, editori, traduttori e operatori culturali di tutto il mondo

 

Siamo i custodi di un’isola verdissima e feconda, per sua natura infinita e senza confini. Siamo i custodi dell’isola delle parole, del sapere, della conoscenza, delle lingue, delle scritture e delle tradizioni. Poter leggere nella nostra lingua madre un testo scritto in una lingua che non conosciamo è un atto magico, che non conosce limiti. Ogni giorno editori, traduttori, librai, grafici, giornalisti, operatori culturali lavorano per rendere possibili atti senza confini, per diffondere parole che vengono da ovunque nel mondo, per accorciare le distanze, avvicinarci e permetterci di imparare gli uni dagli altri. Per questo abbiamo pensato di chiedere alle persone che Grafias ha incontrato durante il suo percorso di ricerca di consigliarci e raccontarci un libro, una lettura oggi più che mai necessaria per contrastare la montante nebbia dello spirito, permeata di paura e diffidenza, odio e rifiuto che vediamo ogni giorno avanzare. Un libro che venga da ovunque nel mondo, da indirizzare idealmente a coloro che alzano muri e recinzioni, che hanno paura dei colori e delle loro stesse parole pronunciate in lingue che non conoscono, che scacciano e respingono, che separano e non danno accoglienza, che si voltano e non comprendono. Una lettura che ci ricordi ancora una volta che quelle linee tracciate sulle carte geografiche servono a indicarci i limiti della nostra conoscenza e i territori che dobbiamo ancora esplorare e non ciò da cui ci dovremmo guardare e difendere. Un’opera che possa aiutarci a ricordare che il mondo è uno e indivisibile, in un momento storico in cui uomini di potere, politici, esseri miopi e scellerati vogliono creare nuove barriere invece che abbattere quelle già esistenti, rendere invalicabili confini e frontiere, negare la parola, il riconoscimento e dunque la vita altrui invece di lavorare per una nuova società universale, fonte di sviluppo e benessere per chiunque voglia farne parte. […]

Della speculative fiction latinoamericana

scritto da |20 luglio 2018|

In collaborazione con Gli Eccentrici,
di Alberto Chimal, “Latin American Literature Today”, traduzione di Maria Cristina Cavassa

 

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Speculative fiction è un termine vago. Attribuito allo scrittore statunitense Robert A. Heinlein – così come pure a parecchi altri prima e dopo di lui –, è stato inizialmente usato nel periodo compreso tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 del secolo scorso. A quei tempi, se ne proponeva l’utilizzo per parlare di un sottogenere già esistente nella letteratura, nel cinema e nella cultura popolare degli Stati Uniti: si pensava che potesse essere un nome più appropriato per ciò che allora veniva chiamato science fiction.

Perché si credeva necessario ribattezzare una forma narrativa che già all’epoca esisteva da decenni e che ora sta per compiere un secolo?

Il concetto di science fiction fu inventato nel 1926 dall’editore Hugo Gernsback, a cui è intitolato il celebre premio Hugo, ed è ancora oggi il termine più diffuso quando si tratta di classificare un cospicuo numero di filoni della narrativa popolare. […]